7a edizione del giro d’Italia delle donne che fanno impresa

Crisi: le donne dicono “Ricomincio da me”

 

Più giovani e più preparate: ecco le donne che fanno impresa In agricoltura, turismo e servizi alla persona gli spazi più ricercati Il 42,1% delle “new entry” rosa ha meno di 35 anni, il 36% è al Sud

Diplomata o laureata, trentacinque-quarantenne, residente al Centro-Sud e fino a ieri impiegata o quadro in un’azienda, spesso casalinga. E’ questo l’identikit della neo-imprenditrice che emerge dall’indagine di Unioncamere sulle “vere” nuove imprese costituite lo scorso anno, dove per vere nuove si intendono quelle attività che non sono frutto di trasformazioni di attività esistenti, ma iniziative completamente nuove. Un esercito di 53mila imprese (il 28,6% delle iniziative totalmente aperte nel 2013) da cui traspare Il profilo di un’Italia al femminile che, con più impegno degli uomini, cerca nell’impresa un miglioramento della propria situazione lavorativa o una risposta alla perdita del lavoro. 

L’indagine – insieme ai dati relativi al primo trimestre del 2014 dell’Osservatorio sull’imprenditoria femminile – è stata presentata oggi a Salerno in occasione della prima tappa del “Giro d’Italia delle donne che fanno impresa”, l’iniziativa di Unioncamere e dei Comitati per l’Imprenditoria Femminile che ormai da sette anni attraversa l’Italia per favorire il confronto sui temi dell’impresa al femminile. Dopo la tappa inaugurale, il Giro raggiungerà Pordenone, Lecce, Grosseto, Taranto, Alessandria, Prato, Ferrara, Treviso e La Spezia (il calendario completo della manifestazione è disponibile su www.unioncamere.gov.it).

Le donne – ha detto il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanellosono un bacino potenziale di  imprenditori a cui il Paese non può rinunciare e che, anzi, deve valorizzare. Con interventi mirati e rafforzando il sostegno istituzionale che le Camere di commercio hanno assicurato fino ad oggi. I Comitati per l’imprenditoria femminile, all’interno delle Camere, sono centri di servizio e punti di riferimento indispensabili per le imprese femminili, per le aspiranti imprenditrici e per tutte le donne che si trovano a dovere o volere riconvertire la propria vita professionale. E’ grazie a questo lavoro fatto di vicinanza, di competenza e di efficacia che, da oggi, i Comitati sono anche i terminali informativi del Governo, che li ha scelti quali presidi territoriali per promuovere la Sezione Speciale “Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Pari opportunità” del Fondo di Garanzia per le PMI”, lo strumento di politica industriale recentemente attivato in favore delle imprese guidate da donne. E’ un riconoscimento ad un sistema che funziona e che va ulteriormente rafforzato in tutte le sue componenti.”

Rispetto all’universo maschile, l’indagine di Unioncamere segnala come le donne che fanno impresa siano più concentrate nella fasce di età al di sotto dei 40 anni (il 60% contro il 55 degli uomini); hanno un livello di istruzione mediamente più elevato (il 20,8% ha in tasca una laurea, contro il 16,1% dei colleghi imprenditori maschi, il 46,1% almeno un diploma, mentre gli uomini si fermano al 44,7). Oltre ad un livello formativo mediamente più elevato, le donne che fanno impresa mostrano anche un’esperienza lavorativa più qualificata: il 18,5% ha infatti alle spalle un’esperienza da impiegata o quadro, contro il 14,3% degli uomini.

E anche nel caso di assoluta mancanza di esperienza nel mondo del lavoro, come per la categoria degli studenti, la quota di donne (6,5%) è più elevata di quella dei maschi (4,9). Sotto il profilo professionale, invece, è netta la distanza dagli uomini: solo il 6,9% delle donne aveva alle spalle una precedente e diversa esperienza da imprenditrice o lavoratore autonomo (15,2 la percentuale tra gli uomini), e solo il 3,5% svolgeva una libera professione (5% per gli uomini).  A caratterizzare le neo-imprese femminili, infine, resta il profilo organizzativo più fragile, visto l’incidenza molto elevata (86,7%) la percentuale delle iniziative che nascono nella forma individuale.

 

Nota metodologica

L’indagine è stata condotta su un campione di quasi 18.600 imprese attive nate nel 2013 e rappresentativo delle 246mila imprese attive iscrittesi nel corso dell’anno.  Dall’analisi è stato possibile stimare in poco più 185mila unità la consistenza delle imprese realmente create ‘ex-novo’ nel corso dell’anno, intendendo con tale espressione tutte quelle imprese che non risultano essere frutto di trasformazioni di attività esistenti dovute a cambiamenti di forma giuridica, di localizzazione, scorpori o nuove acquisizioni. In termini relativi, le “vere” nuove imprese così definite rappresentano il 48% delle oltre 384mila iscrizioni al Registro delle imprese rilevate nel corso 2013.