Fondo EFSI: le Commissioni ECON e BUDG adottano la Relazione – È stata adottata ieri, in occasione della riunione congiunta della Commissione per i bilanci e della Commissione per i problemi economici e monetari, con 69 voti a favore, 13 voti contrari e 6 astensioni, la relazione delle due Commissioni sulla proposta di Regolamento relativa all’istituzione del Fondo europeo per gli investimenti strategici (EFSI), il quale rappresenta lo strumento operativo che sarà istituito in stretto partenariato con la Banca europea per gli investimenti (BEI) per l’attuazione del Piano di Investimenti per l’Europa, presentato negli scorsi mesi dal Presidente della CE, Jean-Claude Juncker, e che, tra risorse pubbliche e private, mobiliterà almeno € 315 miliardi.

Rispetto alla proposta iniziale della CE, la relazione degli On.li Fernandes e Bullmann propone alcuni cambiamenti. I principali riguardano i seguenti punti: il finanziamento del Fondo di garanzia (il PE invita la CE a trovare risorse alternative, prima di attingere a una quota di dotazioni dei programmi Horizon 2020 e Connecting Europe Facility, per finanziare il fondo di garanzia e suggerisce che si faccia riferimento alla procedura di bilancio annuale, raggiungendo così gli 8 miliardi di euro richiesti entro il 2022. La garanzia inoltre dovrà essere “irrevocabile e incondizionata”), i criteri che devono rispettare i progetti per essere selezionati (i progetti dovranno essere economicamente fattibili, riflettere le priorità dell’UE, non essere eleggibili per ottenere un finanziamento da parte della BEI o del budget UE, e essere caratterizzati da un alto profilo di rischio – principio dell’addizionalità), il controllo della leadership dei nuovi enti (il PE chiede che nel Comitato per gli Investimenti vi siano 8 membri rispetto ai 6 previsti dalla proposta della CE, per rappresentare la diversità geografica dell’UE e per garantire il massimo di expertise possibile, di approvare i membri e di dare il via libera all’Amministratore delegato proposto. Il PE afferma inoltre che il Comitato Direttivo dovrà avere 4 membri), i diritti di voto nel Comitato Direttivo (il PE non ritiene che i Paesi terzi che finanziano l’EFSI debbano ottenere la membership del Comitato Direttivo) e lo scrutinio parlamentare sulle operazioni dell’EFSI – scoreboard (il PE ritiene che spetti alla Corte dei Conti europea controllare le operazioni del fondo e, inoltre, vorrebbe che queste ultime fossero sottoposte a un controllo accurato annuale da parte del PE stesso.

Si segnala che non è stato posto in voto l’emendamento proposto dalla commissione Industria, Ricerca ed Energia che prevedeva la destinazione di 5 miliardi di euro a progetti volti a promuovere l’efficienza energetica.

I deputati vorrebbero, inoltre, che fosse introdotto uno scoreboard per valutare i risultati del Fondo di investimento a livello macroeconomico). I deputati ieri hanno anche votato il mandato negoziale (71 voti a favore, 6 voti contrari e 11 astensioni) affinché il PE possa iniziare i negoziati di trilogo con il Consiglio dell’UE e la CE. I lavori inizieranno il 23 aprile p.v., nell’ottica di trovare un compromesso che possa essere posto al voto durante la plenaria di giugno del PE. In questo modo, il Fondo potrà entrere in funzione a metà 2015, secondo le intenzioni della CE.

 

Al seguente indirizzo sono disponibili ulteriori informazioni in merito al piano di investimenti per l’Europa, mentre cliccando su questo link si può consultare il comunicato stampa del PE.

 

TTIP: indagine sulle PMI e le sfide legate alle esportazioni negli USA, lavori al PE, Congresso americano  La Commissione Europea ha pubblicato ieri, 20 aprile, i risultati di un’indagine (link al documento) congiunta di DG Commercio e DG Growth condotta nel 2014 in merito alle sfide e difficoltà che si trovano ad affrontare le PMI quando esportano negli Stati Uniti. Si tratta di un’iniziativa che rientra nella valutazione in corso circa la sostenibilità dell’impatto dei negoziati TTIP. L’indagine ha messo in evidenza che le esportazioni negli USA da parte delle PMI costituiscono un’importante fetta delle esportazioni totali dell’UE oltreatlantico. Dai dati raccolti si evince che, nonostante i risultati incoraggianti, sono molteplici le sfide che si trovano ad affrontare le PMI. Nello specifico, sono stati identificati i seguenti problemi: rispetto delle regole tecniche e dei regolamenti per tutti i beni; accesso alle informazioni circa la legislazione da applicare a uno specifico prodotto; esclusione legale dal mercato (come nel caso degli appalti pubblici); rispetto delle regole doganali e differenze nella legislazione nei diversi Stati americani. Inoltre, dalle risposte fornite, la CE ha avuto la possibilità di conoscere problematiche specifiche per alcuni settori, quali l’alimentare, il farmaceutico, il tessile, le macchine e l’equipaggiamento elettrico. Sulla base di quanto emerso, la CE è convinta che un accordo TTIP ambizioso e comprensivo possa, nella maggior parte dei casi, risolvere queste problematiche. La Commissaria Bienkowska, responsabile per il Mercato Interno, l’Industria, l’Imprenditoria e le PMI, ha affermato che i maggiori benefici per le PMI si avranno con la riduzione delle barriere non tariffarie e della burocrazia. La Commissaria responsabile per il Commercio, Malmstrom, ha aggiunto che saranno proprio le PMI il canale che riuscirà a veicolare i benefici delle PMI alle comunità locali.

 

Sempre in riferimento al TTIP, si segnala che stanno proseguendo i lavori in seno al Parlamento Europeo per la redazione di una Raccomandazione del PE sul Partenariato Transatlantico per il commercio e gli investimenti. Nel corso dell’ultima settimana, diverse commissioni parlamentari responsabili per parere, hanno adottato la propria posizione, che sarà trasmessa alla commissione parlamentare INTA (Commercio Internazionale) responsabile per merito. La commissione JURI (Giuridica) nel parere dell’On.Voss, si è fermamente opposta all’inclusione di un meccanismo per la risoluzione delle controversie investitore/Stato (ISDS) nell’accordo futuro. Ritiene, infatti, che la sicurezza legale possa essere garantita dal livello di protezione già esistente nell’UE e negli USA. Inoltre, la commissione JURI ha messo in rilievo che i negoziati dovrebbero riprendere le riserve espresse dalla società civile nei confronti del TTIP. Per quanto riguarda la proprietà intellettuale, i deputati hanno sottolineato che tale concetto non dovrebbe essere trattato nel contesto del TTIP. Infine, ha messo in rilievo che i negoziati del TTIP dovrebbero invece affrontare il tema della protezione e del riconoscimento di alcuni prodotti (origine geografica). Si è espressa anche la commissione ENVI (Ambiente, Salute pubblica e Sicurezza alimentare), la quale ha chiarito con convinzione che il TTIP non potrà diminuire il livello degli standard europei che si riferiscono alla protezione dell’ambiente, della salute pubblica e del benessere animale, ma che la CE si dovrà impegnare piuttosto per avere degli standard ancora più ambiziosi in questi ambiti. In particolare, la commissione ENVI sottolinea la necessità di giungere a un approccio condiviso per quanto riguarda soprattutto temi quali la protezione delle denominazioni di origine e le indicazioni geografiche, la sicurezza dei prodotti farmaceutici e i dispositivi medici. Nel frattempo, procede invece il dibattito nella commissione INTA, come anticipato responsabile per merito, dove è appena iniziato l’esame degli 898 emendamenti presentati al testo proposto dall’On. Lange. I punti maggiormente controversi e per i quali si dovrà raggiungere un compromesso sono: questione della protezione dei dati; settore dei servizi; sostenibilità, in particolare gli standard relativi al lavoro dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro e la loro applicabilità; ISDS.

 

Inoltre, vi segnaliamo che lo scorso 17 aprile, negli Stati Uniti è stata introdotta al Congresso una bozza di legge che garantisce maggiori poteri al Presidente degli USA, Obama, per negoziare gli accordi commerciali con 11 Paesi facenti parte della regione Asia-Pacifico e con l’UE. Si tratta della cosiddetta “fast track procedure”, che consentirà al Presidente di chiedere al Congresso di votare in blocco a favore o contro un accordo, senza possibilità di emendamento. Tale procedura si concluderà nel luglio 2018.

 

Infine, vi ricordiamo che questa settimana si terrà a New York il nono round negoziale tra gli USA e l’UE.

Per maggiori informazioni, si riporta il link al sito internet della DG Commercio.