LE PROPOSTE DI CONVENZIONE  DELLE FLOTTE E DELLE ASSICURAZIONI OFFENDONO LA PROFESSIONALITA’ E LA DIGNITA’ IMPREDITORIALE DEGLI AUTORIPARATORI.

Carissimi colleghi,

anche io ho ricevuto, come accade sempre più spesso a tutti noi, una comunicazione da parte di una società con la quale avevo consolidati rapporti di lavoro e professionali come officina di autoriparazione, nella quale mi comunicavano cambiamenti organizzativi rispetto ai quali mi si chiedeva, semplicemente, di prendere o lasciare.

Inutile che vi racconti la mia sorpresa di fronte alla scarsissima considerazione che traspariva da quella comunicazione che pretendeva tutte le possibili garanzie, con oneri importanti da parte mia, senza il riconoscimento di alcuna contropartita e con un declassamento evidente della mia impresa e della mia quarantennale professionalità al rango di semplici prestatori d’opera.

Nella mia presunzione pensavo di essermi guadagnato sul campo considerazione e credibilità sia come officina meccanica che come fornitore di ricambi, ma in un colpo solo mi veniva negata anche solo la mia dignità di imprenditore e professionista, impedendomi qualsiasi discussione e concertazione per un nuovo rapporto di collaborazione, relegandomi ad una sola possibile scelta: prendere o lasciare.

La mia azienda opera sul mercato dalla fine degli anni quaranta aggiornandosi continuamente in funzione delle esigenze della clientela, fino a dotarsi della strumentazione più sofisticata per poter operare su tutti i tipi di vettura; i miei collaboratori partecipano regolarmente a corsi sull’elettronica, sulla meccanica, sull’ibrido ed i cambi automatici e tutto questo sapere che ruolo gioca presso flotte, assicurazioni, produttori e loro reti,  nel grande circuito di soggetti che sempre di più va ad intermediare il nostro rapporto con i consumatori ed utenti? Ebbene: prendere o lasciare!

 

Per tutto questo e per ciò che so fare e faccio, avrei gradito una maggiore considerazione, avrei gradito l’invito a concordare nuove soluzioni ed invece no; questo circuito che sempre più persegue il lucro senza sporcarsi le mani ma anche senza sviluppare nuove soluzioni manageriali, nuove razionalizzazioni per la salvaguardia di tutti gli attori dal consumatore all’officina, continua a poggiare su un unico sapere che è quello espresso da tante officine meccaniche e carrozzerie e sulla capacità di queste di creare nuovi modelli organizzativi a supporto del sistema.

Ma ora si è superato il limite e la mia indignazione è anche etica e morale oltreché personale e professionale. Perché non è né etico né morale proporre a professionisti dell’automotive, quale io mi sento, condizioni così miserevoli che penalizzano gli unici attori che detengono quel know how su cui poggia tutto il circuito.

La mia porta è aperta a tutti ma la bilancia deve oscillare in modo corretto ed essere sostenibile per tutti; così, a determinate condizioni, non lo è più. Di fronte al solo prendere o lasciare ho deciso di “lasciare“,  per la mia dignità e per quella di tutte le officine e carrozzerie, e spero che questo mio gesto non costituisca  una “resa finale” ma il primo di tanti gesti che diano una scossa al circuito che deve riconoscere pari dignità a tutti gli operatori, per una discussione aperta a supporto della soluzione dei problemi di questo importante settore dell’economia nazionale.

 

FRANCO MINGOZZI

Vice Presidente Nazionale e Presidente Regionale Emilia Romagna

 di CNA/Unione Servizi alla Comunità