
ACCREDIA, nella sua circolare 8/2014 del 31 marzo scorso (v. ns. mail del 2/4 u.s.) prevede, per la persona che vuole trasferire la propria certificazione da un ente all'altro, il pagamento di non meglio precisati "oneri" per il trasferimento della pratica.
Per CNA Installazione Impianti, se tale onere fosse stato già previsto nel contratto che la persona sottoscrive con un ente per ottenere la certificazione non vi sarebbe nulla da obiettare; si tratterebbe di un rapporto commerciale tra due soggetti regolato da un contratto che ciascuno dei due contraenti è libero di siglare o meno.
Decisamente poco corretto pare invece quanto previsto da ACCREDIA quando specifica che "Per le persone che non avessero preventivamente accettato la clausola e che vogliono trasferire il certificato già al primo mantenimento, gli oneri per il trasferimento saranno oggetto di specifica offerta, con l'importo previsto a tariffario". In pratica, si impone al cliente un onere non previsto dal contratto e soprattutto, supponiamo, neanche dal tariffario che ogni Organismo di Certificazione aveva l'obbligo di inviare al Ministero dell'Ambiente per l'approvazione, così come prevede l'art. 5, comma 1, DPR 43/2012).
CNA Installazione Impianti ha pertanto chiesto un intervento del Ministero che chiarisca la questione in modo da evitare indebiti pagamenti da chi si è già certificato e vuole esercitare una sua libera scelta nel decidere con quale ente proseguire il percorso certificativo.
E' del tutto evidente che, qualora nel contratto sottoscritto da una persona con un ente di certificazione non sia prevista alcuna "penale" per il passaggio ad altro ente, qualsiasi richiesta di pagamento deve essere considerata indebita e denunciata.
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